Messa dei Giovani - Febbraio 2019

Che cos’è la verità? Questa è la domanda con cui si è aperta la sesta messa dei giovani, nel buio di una sera dove speriamo che l’inverno sembri quasi un ricordo, nella parrocchia di Spirito Santo. Alle porte di una Quaresima che sta per arrivare, che stiamo per vivere, abbiamo letto il Vangelo di Giovanni, che precede la Passione, dove a Gesù, portato davanti a Pilato viene posta proprio la domanda: “Che cos’è la verità?” (Gv 18,38). Bella domanda! E fortunato chi ha la risposta.

La messa è stata organizzata su misura per il tema: i banchi disposti in modo da potersi guardare in faccia, perché la Verità è anche avere il coraggio di guardare il fratello, negli occhi, dal vivo, visto che ormai il mono va avanti a messaggini ed emoticon. Dove abbiamo il coraggio di dire la verità solo tramite questi mezzi, perché dal vivo abbiamo paura dell’altro, del confronto, della verità forse. La disposizione ha aiutato anche per creare intimità, perché ci sono persone che, appena arrivano in Chiesa, si siedono nel primo banco che trovano libero. Così però si crea una dispersione incredibile, mentre la vicinanza è stata d’aiuto a fare comunità, ha creare l’intimità di una cena tra amici. La realtà dei nostri corpi tutti insieme, nello stesso luogo, che cercano di trovare la Risposta a quella domanda, rendeva il Vangelo più pulsante.

Parole di uomini e parole di Dio.

Questa cosa mi ha molto colpito, perché oltre a mettere al centro il vangelo di Giovanni, le letture bibliche sono state introdotte da delle video-interviste dei ragazzi di terza media- prima superiore, proiettate direttamente sulle pareti della chiesa. E questi tentativi di risposta alla domanda centrale “che cosa è la verità” ci hanno aiutato ad entrare direttamente nel vangelo.

Altro particolare che si è voluto sottolineare è l’ascolto della Parola. Nel ‘ foglietto’ che ci è stato dato all’inizio della messa, erano presenti solo il Vangelo e i canti. Si è data l’importanza alla Parola ascoltata. Perché oggi non siamo in grado di ascoltare la parola proclamata e letta dall’ambone. Siamo sempre piegati su sti pezzi di carta, dove in realtà con la vista ci perdiamo tra una lettura e l’altra. Ascoltare, ascoltarsi anche queste ormai sono pratiche in disuso. Ascoltiamo qualcun altro perché non siamo individui, ma siamo persone appartenenti a qualcosa che è più grande di noi e che viene prima di noi.

Il mio ultimo pensiero va al povero Pilato. Rimase turbato, questo nel Vangelo lo si nota anche dal fatto che non sta mai fermo, davanti alla figura di quel giudeo chiamato Gesù. Aveva davanti ai suoi occhi la Verità. Capì che Lui era la Verità, ma per paura della sua gloria e del pensiero del popolo, sapeva che stava mettendo a morte uno Giusto e Vero. Non diede mai voce al suo grido. Che peccato che si sia perso questa occasione e che peccato quando anche noi non ci accorgiamo della verità davanti ai nostri occhi.