Consiglio Pastorale UP

Consiglio di Unità Pastorale – 15 settembre 2019


Il 15 settembre 2019 ore 17.30 è convocato il CP dell’Unità Pastorale “S. Maria degli Angeli” con il seguente


Ordine del giorno

  • Presentazione della nuova impostazione formativa ed educativa dell’Oratorio di U.P.
  • Costituzione di un gruppo liturgico di U.P.
  • Preparazione della visita pastorale alla nostra U.P. prossimo Febbraio 2020
  • Costituzione del consiglio pastorale U.P. – condivisione criteri


Convocati i Parroci e parroci emeriti dell’U. P., i diaconi, gli aspiranti diaconi, i coordinatori della catechesi, i coordinatori della catechesi medie, i coordinatori educatori, i rappresentanti della Caritas dell’UP, i segretari CPP, un rappresentante dei formatori fidanzati, i rappresentanti dei catechisti battesimali, i rappresentanti delle Segreterie Parrocchiali, un rappresentante dei Centri di Ascolto della Parola, i rappresentanti del coordinamento oratori, i rappresentanti famiglie giovani, i responsabili delle manutenzioni strutture parrocchiali, i rappresentanti della liturgia o dei cori, un rappresentante dei Ministri straordinari della Comunione, un rappresentante dell’accoglienza, i rappresentanti dei Consigli Affari Economici Parrocchiali.



Il parroco don Enrico, dopo un momento di preghiera, introduce l’incontro ricordando che i presenti convocati sono stati chiamati a rappresentare le cinque parrocchie in quello che si può definire il costituendo Consiglio di Unità Pastorale (di seguito indicato come CPUP). Questo organo, convocato per la prima volta il 15 giugno 2019, ha le seguenti caratteristiche:

  • È costituito da rappresentanti delle 5 parrocchie dell’UP (per la quasi totalità già appartenenti ai Consigli Pastorali) scelti dal parroco per rappresentare una dimensione della pastorale in cui prestano servizio attivo (es. coordinatori della catechesi, membri delle equipe formativa dei giovani e universitari, caritas, gruppo liturgico, ministri straordinari, catechisti battesimali, segretari parrocchiali, economi, ecc…);
  • non sostituirà le Assemblee Pastorali aperte a tutti i fedeli, né i singoli Consigli Pastorali che continueranno ad essere convocati su temi specifici che riguardano la vita delle singole comunità;
  • Sarà chiamato a svolgere il compito di discernere ed indirizzare le scelte pastorali (come già avvenuto nel giugno scorso) che riguardano tutta l’UP.
  • Sulla sua composizione è aperta la riflessione circa la modalità di formalizzare il mandato di ciascun membro attraverso una forma elettiva (o altro).

Definite le linee che identificano l’Assemblea, don Enrico riprende alcuni numeri degli “Orientamenti Diocesani per le Unità Pastorali” attraverso i quali sottolinea le motivazioni di fondo per le quali ci viene chiesto di camminare insieme come comunità e di porre segni che sottolineino la necessità di tale cammino unitario, a partire dalla celebrazione dell’Eucaristia (almeno in alcune occasioni).

Dagli “Orientamenti Diocesani per le UP (anno 2015):

“1. La costituzione e lo sviluppo delle Unità pastorali (UP) è un modo con cui la Chiesa reggiano - guastallese si propone di rispondere (come altre Chiese in Italia e in altri Paesi) alla sfida che nasce dalla riconosciuta insufficienza – che non vuol dire affatto inadeguatezza completa – del tradizionale “modello parrocchiale” per la vita e la missione della Chiesa oggi.

4. Non si tratta di chiudere gli occhi davanti alle difficoltà: pensando qui, in particolare, a quelle che mettono in crisi il modello tradizionale della pastorale parrocchiale. Così, la drastica diminuzione del numero dei preti, per una Chiesa che per secoli ne ha fatto il perno della pastorale, è certamente un problema; e lo è non tanto per ragioni organizzative, ma perché mette a rischio alcune dimensioni fondanti della vita della Chiesa, quali la centralità dell’Eucaristia, o l’identità della comunità cristiana in quanto generata e guidata dal Signore Gesù, il Pastore supremo (cf. 1Pt 5,4), di cui i presbiteri sono il sacramento

8. Una convinzione può aiutarci in partenza: La vita della Chiesa non coincide con la sua organizzazione, per quanto questa sia necessaria: il contesto nuovo in cui siamo chiamati a vivere come Chiesa è, da questo punto di vista, una grande opportunità per riscoprire ciò che è essenziale nell’identità della Chiesa ed abbandonare ciò che è accessorio o legato a una certa fase della sua storia.

9. La costituzione delle UP – primo e fondamentale passo di un ripensamento profondo del modo in cui la nostra Chiesa intende continuare a essere presente oggi (e, per quanto ci è dato di vedere, nel futuro prossimo) in mezzo alla nostra società – è una sfida a entrare in questo spirito: fare i conti realisticamente con le nostre povertà; riconoscere, ciò nonostante, le ricchezze di cui il Signore continua a dotarci”.

Prende la parola don Giacomo per presentare il progetto formativo per gli oratori.


  • Presentazione della nuova impostazione formativa ed educativa dell’Oratorio di U. P.


Obiettivi:

- sensibilizzare e promuovere nei gruppi di ragazzi/giovani che già frequentano e sono a vario titolo legati alla Parrocchia, una maggiore affezione al luogo, per garantire loro di crescere nella consapevolezza del senso profondo del volontariato e dell'impegno verso il proprio contesto. Considerando questo l'obiettivo primario, il lavoro dell'equipe sarà indirizzato non solo ai bambini, agli adolescenti e alle famiglie che saranno i diretti destinatari dei laboratori/servizi attivati, ma soprattutto i giovani volontari che di quelle attività/servizi saranno parte attiva;

- far crescere nei giovani l'adesione al progetto nella sua globalità, con una reale partecipazione, che li porti ad avere spazi reali per fare proposte, in un'ottica di graduale ritiro degli adulti-educatori e un emergere dei giovani come protagonisti (non solo volontari in cornici che gli adulti predispongono, ma anche registi e promotori di attività nuove);

- aumentare la collaborazione all'interno delle reti territoriali già in essere, alimentando le buone pratiche di scambi già attive (Servizi sociali Territoriali, soc. sportiva Pace...) e sviluppandone altre individuando gli opportuni attori territoriali.


Breve intervento di Giorgia Bertani responsabile della cooperativa IL GIRO DEL CIELO con la quale si vorrebbe collaborare per i prossimi due anni come U.P. sulle cinque parrocchie del territorio. Giorgia presenta il suo staff, come è nata l’associazione e le principali attività che svolgono sul territorio locale anche in collaborazione con Unimore e UniBo:

Equipe di lavoro:

- Proponiamo di lavorare in una piccola equipe di tre/quattro educatori professionisti, maschi e femmine, in modo che possano, insieme o singolarmente, occuparsi delle diverse fasi progettuali che verranno concordate con il committente. Il lavoro di gruppo comporta il vantaggio addurre vivacità e tenere in considerazione differenti talenti: il confronto è, inevitabilmente, più attento e lucido. Inoltre, si ovvia al problema (possibile d’inverno soprattutto) di eventuali assenze per malattie, essendo gli educatori generalmente intercambiabili.

- Un coordinatore (Alessia) sarà riferimento del gruppo di lavoro e per la parrocchia, in modo che informazioni e notizie possano essere condivise nel modo migliore, più veloce e più efficace possibile. Siamo più che disponibili a riunioni periodiche con i riferimenti della parrocchia per la parte che ci competerebbe (sacerdoti, parroco, educatori volontari, catechisti ecc…)

Attività:

Doposcuola e oratorio:

presso la Parrocchia di Regina Pacis il mercoledì, giovedì e venerdì dalle 15 alle 18.30

presso la Parrocchia di San Bartolomeo il martedì pomeriggio dalle 15 alle 18.30

In alcuni momenti dell’anno e per periodi più o meno prolungati in base alle esigenze e alle stagioni (i tornei all’aperto per esempio si organizzano normalmente in autunno o in primavera). Si possono organizzare anche attività una tantum.

Fattivamente, in un contesto come quello delle parrocchie a cui ci stiamo riferendo, possiamo pensare di realizzare svariati laboratori creativi ed espressivi, della durata di un numero variabile di incontri in base al livello ed età dei bambini o ragazzi coinvolti. Tali interventi rientrerebbero nell’intero costo indipendentemente se vengano o meno attivati: il Giro del Cielo fornirebbe materiali e personale esperto. La conseguenza è che potrebbero risultare gratuiti per i partecipanti o essere piccole attività di autofinanziamento per l’oratorio, se la Parrocchia lo riterrà importante. Rientrerebbero tra queste attività, ad esempio:

  • Laboratorio di Teatro (* nostro partner è il “Teatro delle Brame”, associazione teatrale di Reggio Emilia)
  • Laboratorio di musica
  • Laboratorio di body percussion
  • Corso di chitarra
  • Torneo di calcio o calcetto
  • Laboratori creativi e ludici, più o meno continuativi

Le attività laboratoriali e i corsi potrebbero essere inseriti nell’offerta delle attività del Doposcuola o dell’Oratorio. Infatti sono da considerarsi intercambiabili e ripetibili anche più volte nel corso dell’anno. Alcune di queste attività sfociano, se desiderato, nella preparazione di piccole performance che poi possono essere esibite in eventi organizzati (sagra, festa di Natale ecc…) oppure in momenti costruiti ad hoc (festa dell’oratorio, festa del doposcuola…)


Fase lavoro:

  • 1° FASE: 16 settembre – 4 ottobre: INIZIO LAVORI – CONOSCENZA RECIPROCA

Lettura delle esigenze del contesto, conoscenza delle figure di riferimento, osservazione delle pratiche, inventario delle risorse materiali, immateriali e personali.

Conoscenza e ascolto dei responsabili – volontari oratorio, dei catechisti (in particolare medie), degli educatori… di qualche ragazzo…

  • 2° FASE: 6 ottobre – 23 dicembre: IMPOSTAZIONE DEL LAVORO E COINVOLGIMENTO EFFETTIVO DEI VOLONTARI DELLA PARROCCHIA

Progettazione condivisa degli interventi: definizione e condivisione degli obiettivi educativi, degli obiettivi operativi, delle prassi di osservazione e di valutazione delle evidenze, delle modalità e delle tempistiche di incontro e delle priorità rispetto alle urgenze e agli incidenti critici, definizione delle modalità comunicative rispetto all’interno (tessuto sociale delle parrocchie) e verso l’esterno (ambito cittadino); definizione delle prassi documentative e dei format di riferimento per la diffusione delle pratiche.

  • 3° FASE: 7 gennaio – 15 maggio 2020: PERIODO DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO NELLE SUE PARTI

Verifica in itinere della declinazione progettuale del punto precedente. Trasferimento delle prassi progettuali e realizzative alle risorse interne individuate come potenzialmente efficaci interne alla parrocchia (volontari già in essere, volontari coinvolti ex novo, referenti e componenti di realtà associative considerabili come stakeholders, famiglie, realtà imprenditoriali…) tanto come operatori effettivi che come soggetti di supporto alle attività.

  • 4° FASE: 18 maggio – 11 luglio: PREPARAZIONE E REALIZZAZIONE CAMPO ESTIVO

I tempi sono un tema sensibile quando si parla di sviluppo di buone pratiche educative. Non è pensabile infatti ottenere grandi risultati in breve tempo, ma un lavoro puntuale di empowerment dell’esistente e di rinforzo del potenziale costituito dai volontari porta, normalmente, buoni frutti.

Don Enrico, sottolinea che il progetto, pur svolgendosi inizialmente nei soli due oratori di Regina Pacis e San Bartolomeo, coinvolge tutte le 5 comunità parrocchiali:

  • si prefigge di “trasferire competenze educative e di animazione” -attraverso le figure professionali che lavorano in stretta collaborazione con don Giacomo- ai giovani delle parrocchie che accetteranno di svolger un’esperienza di servizio in tale ambito: i giovani formati potranno essere a loro volta promotori di momenti di oratorio, animazione del dopo catechismo, o dopo-scuola nelle singole comunità);
  • continua l’azione di “riduzione del disagio” offrendo il servizio di dopo-scuola e oratorio che va a beneficio di molte famiglie di un territorio che riguarda tutte le comunità.

Per questi motivi ritiene che l’impegno economico debba riguardare tutte le parrocchie nella formula seguente 1/10 dell’impegno economico per le parrocchie di Codemondo, Roncina e Spirito Santo, 2/10 per la Parrocchia di San Bartolomeo, 5/10 per la Parrocchia di Regina Pacis.


Chiede parere su quanto presentato. Dopo alcune osservazioni e richieste di chiarimento il CPUP approva.



  • Costituzione di un gruppo liturgico di U.P.

Don Giacomo introduce il 2° punto dell’odg:

Una chiesa che genera è una chiesa che sa far festa


Abbiamo constatato in questo primo anno di presenza qua in mezzo a voi una bella fecondità delle nostre comunità, fecondità che questa estate ha confermato appieno attraverso le tante esperienze con i ragazzi e giovani, che hanno consolidato e generato amicizie e relazioni anche nuove. C’è qualcosa di molto prezioso che ci parla di questa fecondità…in queste settimane dieci nuovi ragazzi si sono resi disponibili per un servizio di catechismo, e ben 30 giovani saranno coinvolti nel percorso del catechismo delle medie…

Non ci interessano i numeri, ma questa ricchezza dice con certezza che c’è un fermento, una voglia di coinvolgersi, di partecipare, di vivere esperienze sensate, di intraprendere itinerari di fede.

Riprendo la sorpresa che ci arriva dai giovani (scusate la deformazione, ma forse davvero loro ci possono dare degli stimoli)… Parlando con alcuni ragazzi di come vivere l’UP mi sono accorto che per loro l’appartenenza alla comunità è qualcosa di liquido, provo a spiegarmi. Non gli interessa (vedi campeggi) sapere da che parrocchia viene un ragazzo, né si definiscono a partire dalla loro comunità di origine; nello stesso tempo girano, grazie alle amicizie, e colgono le varie differenze, e come tutti i giovani, criticano o apprezzano le varie diversità. Quindi per loro la comunità di origine non ha più valore? Sbagliato, sono legati a quella chiesa in cui sono cresciuti e hanno fatto tutto il percorso del catechismo… lo dicono, lo sentono, ma ora vogliono esplorare, sì, esplorare il territorio nuovo che l’UP offre… per poi tornare, probabilmente in modi e tempi diversi da quelli che ci aspetteremmo noi… ma tornano.

Questo per dire cosa? (di seguito cita un testo di Mons. Castellucci, Vescovo di Modena)

“Una comunità è chiamata a generare alla fede; ed è capace di farlo quando è una comunità non invischiata nelle procedure da lei stessa attivate, ma capace di compassione, affetto e coinvolgimento; senza però creare dei lacci che sarebbero ricattatòri, con quella libertà che non mira a suscitare sensi di colpa, che propone senza rivendicare, esige senza schiacciare, incoraggia senza appesantire.

La Chiesa genera alla fede, da sempre, attraverso i sacramenti, la parola, il servizio, la preghiera. Genera e accoglie con affetto nel battesimo i nuovi cristiani, immergendoli nel mistero della Pasqua; come una madre fa con i figli, li lava con l'acqua e poi li profuma con il crisma, li nutre con l'eucaristia nel giorno del Signore, li corregge e li perdona con la penitenza, e nel frattempo li educa ad amare insegnando loro a parlare, senza perdere tempo nelle parole secondarie ma concentrandosi su quelle essenziali, sul kerygma; la madre è dunque anche la prima maestra.

La Chiesa-madre poi introduce i figli ai momenti festosi della famiglia e li rende a volte anche protagonisti di questi eventi; educa poi al servizio e, come ogni madre attenta, abitua i figli a rispettare gli altri e ad una particolare cura verso i fratelli meno fortunati e più bisognosi; accoglie tutti i figli, anche quelli colpiti da disabilità fisiche e psichiche, verso i quali è ancora più premurosa; prepara poi tutti i suoi figli alla vita adulta, aiutandoli a compiere le scelte fondamentali con responsabilità. Una brava madre non pretende lo stesso passo e il medesimo ritmo di crescita da tutti i figli, ma sa rispettarne l'indole, le capacità, le possibilità e i limiti; prevede cioè dei cammini graduali, scanditi da tappe e diversificati.

In definitiva, una madre è interessata alla crescita dei figli in tutte le dimensioni della loro personalità: sentimenti, affetti, memoria, fantasia, intelligenza, volontà, corporeità, capacità manuali. Tutti questi ingredienti materni fanno parte del grembo di una comunità e la loro presenza viva ne determina la fecondità, come la loro assenza, purtroppo, la sterilità.

Il passaggio fondamentale oggi mi sembra proprio questa consapevolezza a tutti i livelli (olistica) della maternità ecclesiale.

A partire dalla consapevolezza che di fatto è l'intera comunità che genera - o non genera alla fede; è l'intera assemblea eucaristica, e specialmente l'équipe degli operatori pastorali, a partire da presbiteri, diaconi, per comprendere animatori della liturgia, della catechesi, dei giovani, dell’oratorio, persone impegnate nelle realtà caritative e assistenziali, capi scout e così via.

O l'intera comunità si rende conto di essere grembo, oppure questo grembo sarà sterile. Un approccio olistico, d’insieme, comporta l'integrazione fra i diversi ingredienti dell'esperienza cristiana e tra i diversi soggetti della comunità, i quali sono di fatto - lo sappiano o meno - dei testimoni per tutti coloro che vengono generati alla fede” (intervento del vescovo di Modena Castellucci al Convegno direttori e collaboratori uffici catechistici diocesano ad Assisi ad aprile 2018).


Per questo vi abbiamo proposto di vivere insieme alcuni momenti celebrativi in questo anno pastorale.

  1. ottobre – inizio anno pastorale

1 dicembre - ritiro avvento

9 febbraio - visita pastorale Vescovo

15 marzo – ritiro di quaresima

11 aprile – veglia pasquale

31 maggio – chiusura anno pastorale (Pentecoste) –da verificare-

Metà ottobre 2020 unica celebrazione della Cresima in Ghiara


1.Vogliamo educarci insieme ad essere chiesa grembo che genera.

2.Vogliamo educarci a fare festa (vangelo di oggi).

Siamo inviati ogni domenica a fare festa, all’eucarestia, che è il rito del ringraziamento, lo spazio in cui siamo accolti come siamo, amati come siamo, rilanciati per vivere una vita nuova.

Vogliamo impegnarci a far festa con gli altri, con l’altro. A volte si vive la domenica come evento ordinario, addirittura come obbligo e non come evento speciale, come occasione unica a cui giungere preparati. A cui venire puntuali, anzi in anticipo, come si fa per le grandi occasioni. In cui essere protagonisti, non spettatori passivi. A cui partecipare guardandoci intorno, cercando gli altri, gioendo della loro presenza e soffrendo della loro assenza.

3.Poi vorremmo imparare a cercare, ad aspettare, a gioire con i perduti ritrovati.

Arriveranno genitori, mai visti prima. Bambini incapaci di stare a messa. Famiglie sconosciute. Arriveranno dall’inizio di ottobre e noi che faremo?

Arrivano, a volte, anche silenziosamente ad uno ad uno: adulti che non hai mai visto, persone che ricominciano a cercare Dio e se stessi, pellegrini del senso che si chiedono se, per caso, in Chiesa ve ne sia qualche indizio… Vorremmo provare a fare spazio a loro, far vedere che li attendevamo, anzi, li cercavamo… Sapremo fare festa, rinunciare a qualcosa di nostro per accogliere?

La gioia non è mai tale se non è condivisa. E’ per questo che vivere insieme l’eucarestia con una responsabilità e una disponibilità più piena è decisivo.


Pensiamo allora di creare un gruppo liturgico di UP, chiedendo in queste settimane ad alcune persone la disponibilità, per iniziare a preparare e pensare questi momenti di incontro… che siano accoglienti, celebrativi, di preghiera, di condivisione…

Vorremmo con questo “gruppo liturgico” iniziare a riflettere, pensare, capire, come vivere questi momenti, come essere e celebrare il nostro essere chiesa che genera alla fede.


Don Mario presente all’assemblea ribadisce l’importanza dell’unità pastorale sottolineando che è necessario coordinare tra le cinque parrocchie un gruppo liturgico che operi in unità. Coordinare mantenendo vive le singole realtà parrocchiali. Il consiglio parrocchiale di Spirito Santo che si riunirà a breve valuterà tutte queste proposte.

Alcuni presenti intervengono confermando il desiderio di un progetto di coordinamento liturgico con momenti comuni di celebrazioni e di festa insieme. Si fa presente che nelle domeniche indicate sopra a calendario ci sarà un’unica celebrazione eucaristica comune e non ci saranno le messe nelle singole parrocchie, fatta eccezione per la messa del mattino delle 8.30 a Regina Pacis, delle 8 a Roncina e delle 9 allo Spirito Santo.

Alcuni sottopongono la proposta di rivedere gli orari delle due giornate di ritiro (avvento e quaresima) valutando la possibilità di iniziare al mattino per concludere con la messa insieme e pranzo conviviale a seguire.


  • Preparazione della visita Pastorale


Don Enrico comunica che nei giorni 7-9 febbraio 2020 il Vescovo Massimo verrà in Visita Pastorale alle nostre comunità dell’UP. In questi giorni incontrerà le comunità e dialogherà con esse nei vari momenti che la Visita prevede: celebrazione eucaristica unitaria, Assemblea Pastorale di venerdì 7 febbraio aperta a tutti (e con la possibilità di tutti di intervenire), incontri con i bambini, i ragazzi, gli universitari, le famiglie, gli operatori caritas, ecc…)

Don Enrico sottolinea che la Visita rappresenta per le nostre comunità, oltre che la possibilità di poter incontrare personalmente il Vescovo, anche un’occasione di verifica e di riflessione del cammino fatto dall’U.P. in questi ultimi anni e per tracciare quello futuro. Per questo motivo nel mese di ottobre si inizierà nei Consigli Pastorali un lavoro di lettura e riflessione per elaborare una relazione pastorale da presentare al Vescovo in occasione dell’Assemblea Pastorale del 7 febbraio.

La Visita Pastorale prevede anche una verifica, da parte degli Uffici della Diocesi, che riguarda lo stato di conservazione dei beni culturali e degli edifici, la corretta tenuta e conservazione degli archivi e la verifica dello stato economico e patrimoniale delle Parrocchie.


  • Costituzione del consiglio Pastorale di U.P

Da ultimo si riprende quanto accennato all’inizio della seduta:

E’ importante che sorga un consiglio che si confronti sulle decisioni pastorali dell’U.P.

L’idea è che siano rappresentate tutte le realtà e i vari servizi svolti nelle singole parrocchie e nell’U.P. (catechisti, operatori della pastorale, educatori, catechisti battesimali, preparatori ai matrimoni, giovani famiglie, casa della carità, diaconato …)

Viene fatto un breve passaggio sulla condivisione dei criteri di convocazione e viene chiesto all’assemblea se c’è la necessità di rinnovare gli attuali consigli pastorali parrocchiali. Si chiede la disponibilità di un segretario che dia una mano nella fase di convocazione del consiglio raccogliendo le varie richieste o necessità presenti nelle parrocchie per la stesura di un ordine del giorno che agevoli il confronto.

Andrea R. chiede che l’ordine del giorno possa essere proposto anche dai membri: la proposta risulta approvata, oltre che auspicabile.

Il CPUP termina alle 19.30.