Ritiro di Quaresima ragazzi delle superiori

Leguigno, 31 Marzo 2019

“Marcire”


Domenica 31 Marzo a Leguigno, i ragazzi dalla terza media alla quinta superiore dell'unità pastorale si sono ritrovati per confrontarsi sul tema del “marcire per vivere e per dare frutto”.

Il periodo di Quaresima che precede la Pasqua può essere visto come un tempo di conversione, nel quale siamo invitati a metterci in discussione e a fare esperienza del Signore a partire dalla nostra quotidianità.

La giornata si è sviluppata da un passo del vangelo di Giovanni, e più in particolare, dalla parabola del chicco di grano:

“In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.” (Gv 12, 24-25)

Ma cosa significa marcire, perdere la vita che si ama, per poi portare frutto?

Marcire non significa morire e rifiutare la propria vita, ma piuttosto cercare di capirla, di amarla per quello che è, rinunciando alla nostra presunzione e al nostro egoismo per amare meglio l'altro. Solo grazie a questa rinuncia sapremo mettere al primo posto l'altro e riusciremo a donargli tutto ciò che abbiamo.

Gesù ci chiede di essere testimoni della sua parola, cioè di fare esperienza della nostra vita e non tenerla solo per noi stessi, anzi, Egli ci chiede di condividerla e donarla agli altri, di diventare così testimoni di vita.

In questa giornata di ritiro, oltre ad essere stati accolti calorosamente dalla comunità di Leguigno e ad aver trascorso bei momenti in amicizia, ci è stato chiesto di ascoltare, di dedicare quel nostro tempo a storie di vita di testimoni più che vicini a noi: i nostri educatori.

Sono stati proprio loro a diventare narratori e protagonisti della parabola del chicco di grano, raccontandoci anche episodi della loro vita personale, e permettendoci così, di conoscerli un po' più a fondo e sotto un altro punto di vista.

Nonostante noi ragazzi avessimo età molto diverse, ognuno nel suo piccolo ha potuto fare tesoro delle parole che ci sono state donate, e ognuno, una volta tornati a casa, potrà quindi farne esperienza e diventare a sua volta testimone di vita per gli altri.